La Domanda Chiave: Quanto è efficiente o quanto è intelligente?
Per anni ci siamo concentrati su una sola domanda: "Quanta energia consuma un edificio?". L'APE (Attestato di Prestazione Energetica) risponde a questo, dandoci una fotografia dei consumi teorici, basata sull'involucro e sugli impianti. È una misura statica, fondamentale per capire la qualità costruttiva. Oggi, però, la sfida è cambiata. La nuova domanda è: "Quanto è 'smart' un edificio?". Lo SRI (Smart Readiness Indicator) nasce per rispondere a questo, valutando non solo *quanto* consuma, ma *come* lo fa, come si adatta e come interagisce con noi e con la rete elettrica. Non sono due strumenti in competizione, ma due facce della stessa medaglia: quella dell'edificio del futuro.
Confronto dei Domini: APE vs SRI
L'APE si concentra principalmente sull'efficienza passiva e attiva dell'edificio, analizzando involucro e impianti. Lo SRI parte da questa base ma aggiunge tre strati fondamentali che definiscono l'intelligenza di un edificio: la sua capacità di operare in modo efficiente, di interagire con gli occupanti e di dialogare con la rete energetica. Il grafico sottostante mostra come lo SRI espanda l'orizzonte della valutazione.
I 7 Domini dell'Intelligenza Edilizia
Lo SRI non dà un singolo voto, ma analizza le performance dell'edificio attraverso 7 domini chiave. Questi domini, rappresentati nel grafico a radar, creano una vera e propria "impronta digitale" dell'intelligenza dell'edificio. Un edificio può eccellere nel comfort ma essere carente nella flessibilità energetica. Capire questo profilo è fondamentale per pianificare interventi di miglioramento mirati ed efficaci.
Come si calcola lo SRI?
Il processo di calcolo, pur essendo rigoroso, segue una logica chiara. Non si tratta di misurare consumi, ma di "censire" le funzionalità smart presenti nell'edificio. Più un servizio è automatizzato, efficiente e connesso, più alto sarà il suo punteggio.
1. Catalogo dei Servizi
Si identifica quali dei 54 servizi "smart ready" (es. controllo riscaldamento, ventilazione, illuminazione) sono presenti nell'edificio.
2. Valutazione Funzionalità
Per ogni servizio, si valuta il "livello di funzionalità". Ad esempio, un termostato manuale ha un livello basso, un sistema di regolazione per zona con auto-apprendimento ha un livello alto.
3. Punteggi di Impatto
I punteggi ottenuti vengono pesati in base all'impatto che ciascun servizio ha sui 7 domini SRI. Il controllo del riscaldamento, ad esempio, ha un impatto enorme su "Efficienza Energetica" e "Comfort".
4. Risultato Finale
Si ottiene un punteggio percentuale finale e punteggi specifici per i tre macro-ambiti: Efficienza, Benessere e Flessibilità di Rete.
Scadenze e Normativa
Il percorso dello SRI è definito a livello europeo e recepito a livello nazionale. La sua introduzione è graduale ma con scadenze precise, soprattutto per gli edifici non residenziali di grandi dimensioni, che fungono da apripista per una sua diffusione più capillare.
2018 - Direttiva EPBD II
L'Europa introduce il concetto di SRI per promuovere l'intelligenza degli edifici e la loro interazione con la rete.
2020 - Atti Delegati UE
Vengono definiti la metodologia di calcolo e lo schema tecnico per l'implementazione dello SRI da parte degli stati membri.
Giugno 2024 - Decreto MIMIT
L'Italia definisce le Linee Guida Nazionali per l'SRI, rendendolo operativo nel nostro paese.
1° Gennaio 2026 - Scadenza
Obbligo di valutazione SRI per edifici non residenziali con potenza termica nominale > 290 kW, per nuove costruzioni o ristrutturazioni importanti.
In soldoni, cosa cambia per noi?
Va bene la teoria, ma all'atto pratico, questo SRI cosa ci porta? Dimentichiamoci per un attimo le formule e le normative. Pensiamo al nostro lavoro. Finora, per migliorare un edificio, il nostro mantra era "isolare e sostituire": cappotto termico, infissi performanti, caldaia a condensazione. Lavoravamo su componenti statiche per abbassare un consumo teorico. L'APE era il nostro Vangelo.
L'SRI ci chiede di fare un passo in più. Ci spinge a ragionare non più solo in termini di "hardware" (i muri, i tubi, le macchine), ma anche di "software" (i controlli, gli algoritmi, le interazioni). Il valore aggiunto non è più solo nel materiale isolante, ma anche nel sensore che spegne la luce quando una stanza è vuota, nel sistema che modula il riscaldamento in base alle previsioni meteo, o nella capacità dell'edificio di ricaricare le auto elettriche quando l'energia costa meno.
Questo significa che il nostro ruolo si espande. Non siamo più solo "termici" o "energetici", ma diventiamo architetti di sistemi complessi. Dobbiamo dialogare con chi si occupa di building automation, di reti dati, di IoT. L'SRI non è un nuovo adempimento burocratico, ma una bussola che indica una nuova direzione per il mercato. Una direzione dove l'edificio smette di essere un consumatore passivo e diventa un utente attivo, intelligente e flessibile della rete energetica. Questa è la vera sfida, ed è un'opportunità enorme per chi saprà coglierla.